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Attualmente online ci sono molte informazioni, così tante da portare alla confusione ed è in questa non chiarezza che si annidano le truffe informatiche che, come vedremo sono in aumento. Riconoscere la truffa informatica è il miglior modo per difendersi, quindi cercheremo di capire insieme quali sono i principali strumenti usati dai banditi del web, spiegheremo il termine “hacker” in un prossimo articolo.

Ci sono moltissime forme di truffe informatiche, ma possono essere riportate sotto a queste tre categorie:

- Phishing

Il phishing ovvero “pescare” è la tecnica con cui il truffatore “pesca” le informazioni sensibili utilizzando come “amo” l’inganno e come “canna” lo spam. L’inganno avviene cercando di convincere la vittima di essere un ente affidabile, per esempio fingendo di essere una banca, copiando il suo sito. Come arriva questo amo di fronte a noi? Con la canna ovvero lo spam, raffiche di e-mail con testi simili a “accedi al tuo internet banking per scaricare il modulo” oppure “accedi alla tua Postepay per controllare un pagamento”. Questo spam può arrivarci tramite e-mail, sms oppure nei casi peggiori tramite telefonate.

- False identità

Questa forma di truffa si è diffusa anche online dove l’anonimato è molto più facile da possedere. Il truffatore si finge di essere un’altra persona per ottenere denaro o per obbligarci a fare i suoi interessi. Come avviene la creazione di una falsa identità? Creando profili social (Facebook, LinkedIn, Instagram) falsi, oppure commissiona siti web ad arte per avere copie di enti più conosciuti, un po’ come nel phishing. In altri casi l’identità viene copiata da persone più famose, oppure celata nascondendosi per esempio come venditore all’interno di siti di e-commerce più conosciuti.

- Pop-up e banner fasulli

Questa è la forma più evidente online. A chi non è mai capitato di entrare in un sito web e vedere subito dei grossi banner con scritte “come diventare ricco” o “trova l’amore della tua vita”? Nel peggiore dei casi gli troviamo sotto forma di popup quindi delle finestre all’interno del sito su cui dobbiamo obbligatoriamente cliccare per poter continuare. Ma i peggiori banner sono quelli invisibili. Vi è mai capitato di cliccare su un tasto, senza che il tasto ai primi click funzioni ma che nel frattempo ha aperto varie pagine o scaricato file? Ecco! Avete cliccato molto probabilmente su dei banner presenti sopra a dei tasti del sito, che erano invisibili ma presenti nella pagina.

Cosa ci dicono i numeri:

Secondo i dati delle forze dell’ordine nel 2019 ci sono state 196mila segnalazioni, 3730 persone indagate, 47267 siti internet analizzati e 2295 spazi web inseriti nella black listi. Tutti dati in aumento rispetto agli anni precedenti.

Cosa fare per difendersi?

Il modo più efficace per difendersi da queste truffe è riconoscerle, non c’è un modo unico per proteggerci da tutti questi attacchi, quindi non ci resta che capire chi o cosa abbiamo davanti cercando di approfondire l’identità del nostro interlocutore. Dobbiamo evitare assolutamente di cliccare su link poco chiari, oppure rispondendo ad e-mail o sms con mittenti di dubbia provenienza. Le banche, i professionisti e i siti affidabili non vi chiederanno mai di inviargli password o dati personali se non nel momento della registrazione. Nei siti web inoltre possiamo vedere se il sito utilizza il certificato di sicurezza, osservando se è presente o meno un lucchetto in alto a sinistra del tuo browser.

Cosa fare difronte ad una frode informatica?

Tutto dipende dall’entità e dalla natura della frode, e da quanto siete stati coinvolti. Il sito della polizia postale (www.commissariatodips.it) prevede una pagina in cui inserire una segnalazione per mettere all’attenzione comportamenti di dubbia natura. Nel caso in cui subiste una frode potete sporgere denuncia sempre alla polizia postale.

Come rimanere aggiornati:

Anche qui la polizia postale ci viene in soccorso. Nella sezione notizie della loro pagina web sono presenti le fattispecie in uso in questo momento. Per esempio, il mese scorso era diffusa una frode dove tramite sms si richiede di versare 2 euro per sbloccare un pacco in spedizione, inserendo tutti i dati della carta di credito.

Spero ora possiate navigare in modo molto più sicuro e attento. Buona navigazione!

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Autore

Tabassi Othman, webmaster di iltuonegozionline.it